Psicoterapia: crederci o comprenderla?

Quanti di voi dichiarano di “non credere” alla psicoterapia?

Tanti, tanti, tantissimi. Io stessa nutrivo qualche dubbio prima di avvicinarmi a questo percorso professionale, sebbene fossi incuriosita dal capire cosa celasse al suo interno con una nota non piccola di sfiducia e sarcasmo. Poi ho capito che in effetti non si tratta di una religione, ma di una scienza, che non si tratta di crederci, ma di comprenderla.

Certo, sarete concordi con me nell’affermare che sia più facile dimostrare che 2 + 2 = 4, piuttosto che concludere con un c.v.d. finale la spiegazione della risoluzione di un disagio mentale. La cosa più straordinaria è, tuttavia, che i pensieri, le emozioni e i comportamenti, nonché i trattamenti non farmacologici dei funzionamenti psicopatologici sono in quota parte quantificabili e, anche nei loro aspetti qualitativi, sottoponibili a vaglio empirico.

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E’ attraverso una serie di studi scientifici di questo tipo che si è dimostrata l’effettiva capacità della “cura delle parole” di interagire con il nostro cervello e la sua effettiva potenzialità nella risoluzione di numerose condizioni problematiche (disturbi d’ansia e dell’umore in primo luogo). Ciò che è emerso è che l’apprendimento e l’esperienza di nuove modalità di pensare e di comportarsi, acquisite attraverso l’interazione con il terapeuta, inducono nel paziente modifiche a livello di connessioni neuronali,  del tutto dipendenti dai meccanismi di plasticità cerebrale di cui siamo forniti nel corso della nostra intera vita. Tale evidenza fa riflettere su come il colloquio come mezzo di cura ponga la persona di fronte a uno scenario di benefici, ma anche di potenziali rischi, esattamente come qualsiasi trattamento di tipo farmacologico fa con i suoi effetti collaterali. Risulta quindi utile discuterne con il professionista nei primi colloqui, unitamente alle proprie aspettative circa la terapia e l’effettivo percorso che potrete svolgere insieme in un’ottica pienamente collaborativa e consapevole.

Per chi ha curiosità di saperne di più sull’argomento riporto a tal proposito il link a un articolo molto dettagliato pubblicato di recente sulla rivista di divulgazione psicologica online State of Mind, “La plasticità neurale e i cambiamenti prodotti dalla psicoterapia nel cervello”http://www.stateofmind.it/2015/10/plasticita-neurale-psicoterapia/

Che sia uno spunto di riflessione circa l’enorme lavoro che si cela dietro le scienze della mente, senza dimenticare la dimensione emotiva e soggettiva dell’esperienza psicoterapeutica che con i numeri e le dimostrazioni ha spesso davvero poco a che fare!

Fonti:

  • Lazzerini L, Reda V, Cammarata M. La plasticità neurale e i cambiamenti prodotti dalla psicoterapia nel cervello. State of Mind 15 Ottobre 2015
  • Kandel ER, Schwartz JH, Jessell TM. Principi di neuroscienze. Casa Editrice Ambrosiana (2003)